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mercoledì 19 luglio 2017

"SInfonia del congedo" di Stefano Iori



(disegno di Stefano Iori)

Esergo

Rabbi Bunam ebbe a dire:
Continuamente passiamo
attraverso due porte:
fuori di questo mondo
dentro il mondo futuro
e di nuovo fuori e dentro

(Da I racconti dei chassidim di Martin Buber, Garzanti, Milano, 1979)

Fintanto

Si rallegra il giovane
cui un demone gentile
assegna lieti istanti
di luce e grazia

Memoria garbata
di giorni beati
sarà trofeo
di quella fortuna

È benevolo
il piccolo dio

Poi

Avide ombre appaiono
Materia d'illusione
Parvenze di senso
che urlano e non dicono

Angeli rapaci
negano l'infinito                
La linfa loro
è artificio e pretesto

Dopo la gioia
ecco il declino

Quindi

Pelle di carta
pupille cieche
tremulo fiato
Orrore in petto

Fiacca preda
di tonda mestizia                                                          
giace la mente              
nell'afono buio

Il senso d'esistere
ai minimi di legge

Infine

La sostanza del vivere
è immenso sogno
Faro oscuro
tenebra lucente

Atropo ha orecchio acuto
e saluta il servo
eternamente libero
da ferri di menzogna

Lucide cesoie
estremo cesello

Oltre

Morte si oppone a nascita
Non sa che farsene la storia
di preludio e ultimo assolo
La sinfonia sta in mezzo

Mosaico di stelle
fermo e chiaro
Solo nel congedo
lo spartito si disegna

Il dovuto il donato il rubato
Di là da sé sboccia lo stupore


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